Il Santuario del SS. Crocifisso, uno dei luoghi sacri più cari ai treiesi e non solo, autentico punto di riferimento della spiritualità francescana, è una delle “vittime” più illustri degli eventi sismici iniziati la scorsa estate.
Fin dalle prime scosse del 24 agosto l’intera struttura ha subìto danni tanto gravi da renderlo inagibile: parziale distacco della facciata, gravi lesioni alla cupola (la grande fessurazione ad X, visibile sia all’interno che dall’esterno, è uno dei segni più tangibili della gravità delle lesioni), danneggiamento del campanile, crollo degli intonaci…
Le scosse del 30 ottobre hanno poi aggravato ulteriormente la situazione.
Un elenco interminabile di ferite, che suscitano una tristezza infinita nell’animo dei tanti amici del Santuario.
Dopo i primissimi interventi di messa in sicurezza, sono già iniziati alcuni lavori; il primo ad essere coinvolto è il campanile del Santuario con un intervento di ingabbiamento con orditura metallica del cono di copertura del campanile, per evitare il pericolo di crollo della cuspide e della croce sovrastante.
Le parole di padre Luciano Genga testimoniano tutta la drammaticità della situazione e quanto sia preziosa la collaborazione di tutti per far tornare a rivivere il Santuario.
“Desidero ringraziare, prima di ogni altra cosa, il Sindaco e l’Amministrazione comunale di Treia per l’immediato interessamento per la messa in sicurezza ed il recupero della struttura e per la fornitura della tensostruttura, oggi posizionata nell’orto del Santuario, in cui vengono officiate le funzioni religiose. Un ringraziamento va anche a tutti coloro che hanno dato una mano dal punto di vista logistico, in questi circa tre mesi, per mantenere l’ordinaria vita del Santuario. Non posso, poi, dimenticare tutti coloro che, con il loro prezioso sostegno economico, stanno contribuendo alle spese immediate (e sono tante !) per garantire lo svolgimento delle funzioni religiose.
Anche i locali del Convento, dopo le ultime forti scosse di ottobre, sono divenuti parzialmente inagibili, aggiungendosi ulteriori criticità ai già gravi disagi iniziali.
Tuttavia noi Frati abbiamo deciso di mantenere, con forza e fermezza, la nostra presenza nel Santuario, auspicando in breve una collocazione più sicura e adeguata”.
Dal canto suo, il Sindaco Franco Capponi ricorda quanto stia a cuore di tutti i treiesi la vita del Santuario, che da secoli è un punto di riferimento solido per la spiritualità e per le tante attività organizzate a favore dei giovani e dell’intera comunità treiese e marchigiana in genere.
L’impegno dell’Amministrazione è quello di far sì che questa struttura, come tante altre che hanno subito danni ingentissimi, mantenga la propria vitalità e riesca a trovare la forza di superare ostacoli e difficoltà.
Ripercorriamo, a beneficio di chi non la conosce, la storia affascinante del Santuario, storia che affonda le radici in un passato molto lontano.
Non deve ingannare l’aspetto neorinascimentale della struttura attuale; il luogo è, infatti, ricchissimo di memorie e in qualche modo ha il fascino magico delle cose remote.
La struttura, su cui svetta la cupola alta 42 metri, consta di due parti, separate dal campanile: sulla sinistra sorge la chiesa, eretta, su disegno di Cesare Bazzani, nella prima metà del XX secolo, dopo l’incendio del 1902 che distrusse l’edificio precedente; la facciata in cotto fu realizzata dalla fornace Bartoloni di Treia. Sulla destra il convento francescano (secc. XVI-XVII) ed il chiostro. L’interno della chiesa, a tre navate, custodisce sopra l’altare maggiore il famoso Crocifisso in legno policromo di proporzioni perfette; tratto in salvo da un frate durante l’incendio del 1902, l’opera risale al XV secolo. Oggi il Crocifisso, autentico simbolo del Santuario, definito dalla stampa “Terremotato fra i terremotati”, è stato spostato in una cappellina, all’interno del chiostro.
Da antichi documenti emerge l’esistenza di un primo tempio cristiano (Pieve) risalente al III-IV sec. Il titolo della chiesa e il fonte battesimale furono trasferiti agli inizi del XV sec. nella nuova Pieve, sorta all’interno di Montecchio, oggi Treia. Da allora l’antica Pieve acquistò nuova devozione come Santuario dedicato al SS. Crocifisso. Dopo un disastroso incendio nel 1902, i lavori di ricostruzione, su progetto di Cesare Bazzani, si conclusero nel 1925. La struttura, su cui svetta la cupola alta 42 metri, è articolata su tre navate. L’interno della chiesa è tutto un susseguirsi di pilastri, capitelli e basamenti ornati. Sulla navata destra, subito dopo l’ingresso, era collocata la statua lignea dorata raffigurante San Patrizio, patrono della città, drammaticamente scaraventata a terra dal sisma.
I Francescani vennero a Treia nel 1671, come custodi del Santuario, richiesti con molta insistenza da tutta la comunità cittadina: ancora oggi sono il cuore pulsante del luogo.
Gli scavi archeologici praticati nel XVIII secolo per interessamento di Fortunato Benigni e, negli anni 1985-1988, dall’Istituto di Archeologia dell’Università di Macerata, hanno confermato la plurisecolare tradizione secondo cui il Santuario sorge, verosimilmente, sull’area dell’antica «Trea». Nelle pareti del campanile e in altri punti sono “incastonati” reperti provenienti dagli scavi circostanti. Tra questi, anche statuette acefale romane (ora al Museo archeologico), copia di originali egizi, che fanno pensare all’esistenza in loco di un tempio dedicato al culto di Iside. Su di esso sarebbe sorto il primo tempio cristiano, quando fu impiantata la pieve destinata a rimanere la principale del territorio fino alla fine del XIV secolo.